In un giorno dell’uomo stanno i giorni del tempo,
da quell’inconcepibile giorno iniziale…
fino a quell’altro, in cui l’onnipresente fiume
del tempo umano tornerà alla sua fonte, che è l’Eterno…
Tra l’alba e il tramonto è compresa la storia universale… (J.L. Borges)
Se in questo estratto di una lirica di Borges si sostiene l’affascinante e suggestiva ipotesi che ogni giornata della nostra vita racchiuda tutti i giorni del tempo del mondo, allora, potremmo a giusta ragione immaginare che ogni capodanno racchiuda in sé l’intero anno di cui è l’incipit.
Continuando in tale operazione immaginifica, potremmo pensare questo primo giorno come l’indice di un libro fatto di 365 pagine bianche, tutte ancora da scrivere e poi da leggere a consuntivo.
E allora sarebbe bello se in queste pagine scomparissero definitivamente alcune orribili parole, come guerra, omicidio (e le sue più terribili varianti come femminicidio e infanticidio), violenza, povertà, disoccupazione, sopraffazione, malattia e via dicendo, lasciando il posto a parole bellissime, come pace, solidarietà, prosperità, salute e così via.
Certo, il rischio della retorica è dietro l’angolo, ma un sassolino scritto il primo dell’anno è legittimato in questa operazione, così come è legittimato a iniziare a vergare la prima di quelle pagine bianche con un augurio rivolto a tutte/i: BUON ANNO NUOVO!