“…Ciò che chiamiamo progresso è questa tempesta” (Walter Benjamin, recensione del quadro “Angelus novus”, di Paul Klee)

Un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta spira dal paradiso, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che egli non può più chiuderle. Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo di rovine sale davanti a lui al cielo. Ciò che chiamiamo progresso è questa tempesta (Walter Benjamin, recensione del quadro “Angelus novus”, di Paul Klee)

Questa volta, cari lettori, ho voglia di proporre uno scritto di quelli che da anni mi induce un senso di inveterata meraviglia, e che di tanto in tanto vado a rileggere, perché mi dà sempre motivo di riflessione, tanto è profondo e intrigante al contempo. La cosa interessante è che se si va a guardare l’opera recensita, difficilmente si riuscirebbe a capire come da essa possa essere scaturita una simile riflessione. Ma il bello dell’arte è proprio questo: scatenare processi interpretativi che possono talvolta portare lontano. Molto lontano. Lo scrittore e critico letterario Walter Benjamin aveva 28 anni quando acquistò il quadro “Angelus novus” di Paul Klee, nel 1920, due anni dopo l’orrore della Prima Guerra Mondiale. Erano quindi ancora presenti negli occhi di tutti le immagini delle morti e delle devastazioni. Eppure, contro ogni evidenza, quando tutto sembra perduto, si solleva sempre, impetuosa, la grande e tempestosa forza di andare avanti, di slanciarsi verso il futuro. Senza questa forza miracolosa l’umanità sarebbe entrata da un pezzo nella spirale dell’autodistruzione. Il futuro e i giovani che sono depositari di tale forza, sono la salvezza del mondo.

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