Gli errori della filosofia sono ridicoli, quelli della religione sono sempre pericolosi (David Hume)

Un pensiero che ogni tanto mi assale è quello che tutte le più importanti religioni del mondo professano essenzialmente, oltre all’amore per l’Assoluto – in qualunque sua forma – anche la pace e la fratellanza. Poi, invece, alla prova dei fatti, errate interpretazioni di testi sacri ed errori clamorosi sulle presenze demoniache nel mondo – si pensi alla caccia alle streghe -, nonché la voglia di imporre il proprio credo su altre popolazioni, finiscono con il trasformare la pace e la fratellanza in guerre fratricide, considerando che tutti gli uomini del mondo sono in realtà figli della stessa specie e quindi, di fatto, fratelli in senso lato.

Concordo quindi sulla seconda parte della frase di Hume, considerando gli errori della religione come forieri di tragedie immani, quali continuano ad esserci nel mondo, dalle sette ai fondamentalismi, con l’ombra della Shoah che ci perseguita ancora.

Quello su cui non concordo è la risibilità degli “errori” della filosofia. Ammetto di non riuscire a capire come si possa dimostrare errato un ragionamento filosofico. Al massimo si può opporre un sistema di pensiero speculativo ad un altro. Se poi si dovesse andare troppo indietro nei secoli, nelle prime concezioni filosofiche degli elementi fondamentali del mondo, beh, le conoscenze del tempo potevano pur far incorrere i filosofi in teorie che oggi potrebbero apparire ridicole, ma non lo sono affatto se contestualizzate nel loro tempo.

La storia del pensiero umano, quindi, non è mai erronea né ridicola e possiamo solo sperare che non sia neanche pericolosa.

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