Chagall a Conversano: una comunità affacciata sul mondo

Grande affluenza e apprezzamento per la mostra con 100 opere del grande pittore

Conversano – Da quasi due mesi a Conversano si avverte un fermento e un dinamismo che incuriosisce quanti trascorrono le loro mattinate o i pomeriggi seduti alle panchine davanti al Castello o ai bar del Largo della Corte: un insolito via vai di persone, visitatori da Comuni limitrofi, gruppi di bambini e ragazzi con i loro insegnanti, comitive e coppie e famiglie di turisti, gruppi di utenti di centri diurni per anziani e disabili, studenti degli Istituti d’arte, che confluiscono verso l’arco di ingresso al Castello, quello attraverso cui si raggiunge il secondo piano dello spazio espositivo del Polo museale.

C’è Chagall e in tanti accorrono con la curiosità ma anche per il privilegio di esserci per una esposizione unica con circa 100 opere tra dipinti, litografie, disegni e incisioni di un Maestro dell’arte pittorica del Novecento, cittadino del mondo, innamorato della bellezza di un fiore, catturato dalla forza dell’amore e dal potere immaginifico dei sogni. 

Non troverete la celeberrima Passeggiata, che è rimasta sulle pareti del MOMA di New York, ma tanto altro si è mosso dalle collezioni private di tutto il mondo per attirare a Conversano, offrendo a migliaia di cittadini conversanesi e pugliesi, prima ancora che ai tanti turisti che stanno confluendo in Puglia anche per la prossima estate che si prepara, l’opportunità unica di ammirare opere assolute. Questa è la democratizzazione della cultura, che diventa accessibile per un numero sempre più ampio di persone ed anche in condizioni economiche e sociali assai diverse.

La società ARTHEMISIA, che ha la progettazione artistica e la responsabilità dell’allestimento, riuscitissimo, ha proposto al Comune questa mostra perchè è un’impresa che riconosce il potenziale di un contenitore di così grande bellezza e versatilità come il Castello di Conversano, ma anche della stessa città, che è crocevia importante per l’accesso e la vicinanza a grandi attrattori culturali e paesaggistici presenti nel sud-est barese e nella Valle d’Itria, e sa di poter fare numeri importanti per ripagare una simile fatica, assicurandosi anche grandi margini di profitto. 

Il Comune di Conversano, che la mostra l’ha meritoriamente accolta fissando le condizioni di utilizzo degli spazi e del brand di Conversano Città d’Arte, ha certamente considerato il valore di questa proposta in termini di marketing territoriale e di promozione turistica del territorio, per l’indotto che si può generare nei settori della ricettività alberghiera ed extraalberghiera, della ristorazione, dei servizi per il turismo, ecc..

Ma quel che davvero rimarrà alla comunità di Conversano – più ancora del valore economico generato dalle migliaia di presenze che si registreranno di settimana in settimana fono ad ottobre – sarà questo senso di comunità di patrimonio, quella consapevolezza del privilegio di farsi tutti custodi per circa sei mesi di un patrimonio dal valore inestimabile e dell’orgoglio di poter accogliere in città così tante persone interessate.

E si dirà che un biglietto di ingresso di 15 euro (13 per i residenti) non è alla portata di tutti e questo forse può sembrare in contrasto con l’accessibilità del patrimonio e della bellezza di cui si diceva, ma, a parte le diverse forme di riduzioni e di agevolazioni già previste, occorre che tutti e ciascuno riflettiamo sul costo di una simile proposta culturale e su quanti tra noi, per contro, potrebbero permettersi una volta nella vita di rincorrere in giro per il mondo così tante opere di Marc Chagall.

Un comunità di patrimonio è anche quella che nelle sue diverse articolazioni e soggettività partecipa a questa festa della cultura rendendo più amichevole ed accogliente l’intero contesto in cui la mostra si cala: non è banale coinvolgere gli studenti delle scuole di secondo grado e degli istituti d’arte nella produzione di proprie opere ispirate all’opera di Chagall, né è usuale girare intorno al Castello ed osservare su un prato tanti fiori giganti e colorati buttati lì a ricordare il valore della bellezza, come se fosse sfuggita ad alcuni dei quadri di Chagall. Quest’ultima è una installazione di una bravissima artista locale, la nostra Anita Corleto, che ha posto il suo laboratorio, situato in una delle “Vie d’arti” del centro storico conversanese, al servizio della missione dell’accoglienza e della valorizzazione.

E allora sarebbe molto bello che la comunità di patrimonio, che è Conversano in questi mesi, non debba scontrarsi con la dura realtà di chi non riesce neppure a parcheggiare altrove la propria auto rispetto ai pochi metri quadrati antistanti le scale di ingresso al Castello, o possa prendere atto di un sistema di operatori della ristorazione più disponibili ad osservare orari di apertura infrasettimanale e nei weekend tali da far fermare turisti e visitatori nella nostra città prima o dopo la visita alla mostra anche per un pranzo, cosa tutt’altro che scontata oggi, o ancora potesse contare su altri operatori culturali capaci di elevare le proposte di iniziative culturali evitando proposte dozzinali o del tutto stonate rispetto alla qualità offerta con la mostra di Chagall.

Sembra quasi che una parte della nostra città non apprezzi o non voglia misurarsi con la sfida dell’accoglienza di un target così particolare ed esigente come quello del turismo culturale: forse, però, converrebbe cominciare a cimentarsi, perchè i Comuni limitrofi costituiscono già oggi una potente concorrenza, e per una città media (non un borgo!) che non può contare sul mare ma piuttosto su un grande patrimonio culturale e storico-architettonico occasioni del genere vanno assolutamente capitalizzate da parte delle istituzioni pubbliche, delle organizzazioni culturali e degli operatori economici.

E adesso non perdetevi la mostra!

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Da sinistra: Anita Corleto e Marcella Marangelli curatrici del laboratorio con i giovanissimi
Da sinistra: Anita Corleto e Marcella Marangelli curatrici del laboratorio con i giovanissimi

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