Non è la prima volta, e tutti temono non sarà l’ultima, che via Castellana alla prima pioggia mostra la sua fragilità nel drenare i flussi d’acqua piovana.
E non è la prima volta che si sono create vere e proprie emergenze sventate da cittadini volontari senza i quali le conseguenze sarebbero state ben più tragiche.
Ieri 19 agosto, l’acquazzone del pomeriggio ha prima illuso tutto coloro che non vedevano l’ora di sentire il profumo della pioggia, e subito dopo, fatto rivivere scene ormai passate alla storia della città. Ancora una volta è stato il pronto intervento di una signora e un operatore della vigilanza a ripulire una caditoia intasatissima da fogliame e materiale vario che aveva in pochissimo tempo creato disagi indicibili e bloccato auto con passeggeri a bordo.
Ma via Castellana non è l’unico luogo dove si concentrano i problemi relativi all’acqua piovana. Bisogna dire che sono tante le strade in cui le caditoie non reggono al flusso delle acque e creano veri e propri “fiumi”, in pochissimo tempo, che danneggiano scantinati e auto. Un’altra zona dove si creano grandi disagi è quella che circonda piazza Cimarrusti, nei pressi del campo sportivo “P. Lorusso”. La trivella sembra non sia mai entrata in funzione.
Bisogna considerare, però, due fattori: il primo è l’eccezionalità e la violenza delle “bombe d’acqua” sempre più frequenti, il secondo la necessità di una manutenzione costante per tenere pulite le caditoie ormai insufficienti a far defluire i “fiumi” spontanei che si creano. Il primo fattore è naturalmente indipendente da qualsiasi volontà, il secondo invece deve diventare prassi consolidata.
Le domande che si pongono sono: quante volte al mese vengono pulite le caditoie? Chi controlla il contratto con le imprese addette alla pulizia? Forse cominciando da queste semplici risposte bisognerebbe sollecitare gli uffici comunali ad informare i cittadini. E agli uffici bisognerebbe chiedere di cominciare dai fondamentali: rispondere al telefono quando i cittadini chiamano e vogliono essere informati. A cominciare dagli uffici che si interessano di manutenzioni e lavori pubblici.
