Quando nel giugno 2019 le Ferrovie del Sud Est comunicarono la sospensione del servizio sulla tratta Bari-Martina (via Conversano), si parlò di 18/24 mesi di tempo per ripristinare il tutto, elettrificazione compresa. In molti non ci credettero…e sapevano di non sbagliare.
Siamo ad ottobre 2024 e il servizio non è attivo, con la conseguente mazzata sociale, economica e ambientale inferta ad una popolazione di circa 120mila cittadine e cittadini (tanti sono gli abitanti lungo la tratta Bari-Castellana, via Conversano) a cui è precluso l’uso di un treno per raggiungere il posto di lavoro o di studio o la città capoluogo.
Il danno è incalcolabile soprattutto per l’incertezza sul futuro. E’ sparita dall’agenda della politica (comune, città metropolitana, regione e governo nazionale) la possibilità di un progetto di interramento dei binari per ovviare a quella che è diventata sempre più una cesura, simile ad una mannaia, abbattutasi sulla città. Per cui, se non dovessero cambiare radicalmente le cose e non dovesse intervenire un finanziamento importante, la città di Conversano è destinata ad avere problemi di viabilità per i prossimi 30 anni.
La precarietà della situazione parte, però, dall’assetto societario delle ex FSE, da qualche anno facenti parte del gruppo FS. Una sentenza del Consiglio di Stato dell’agosto scorso ha di fatto dichiarato che il contributo straordinario di 70milioni ricevuto dal gruppo si configura come “aiuto di stato” e quindi da restituire. E, in teoria, le ex FSE dovrebbero tornare ad essere società del Ministero delle Infrastrutture. Quindi, in attesa del chiarimento dell’avvocatura sugli effetti della sentenza, la società vive in una specie di limbo e naviga nella sua “indefinitezza societaria” con un proprio futuro tutto da scoprire. Tutto ciò non aiuta lo sviluppo e la visione per una possibile prospettiva.
L’altro attore principale, la Regione Puglia, sembra essersi dileguata completamente, alla pari del governo nazionale. In Regione non c’è nessun dirigente che riesca a dare risposte sui tempi, sui possibili ulteriori investimenti e tutti si trincerano in silenzi assordanti, di chi non sa e non conosce.
Con una Regione così sfuggente, compresa la sua parte politica, l’amministrazione comunale di Conversano da tempo dice di seguire la questione ma senza alcun risultato. Esattamente come quella di Rutigliano che vanta, tra l’altro, una vicinanza politica molto forte con l’eurodeputato Decaro, come quella di Conversano del resto, ma che a risultati è ancora a zero. Gli unici due paesi della Bari-Martina Franca (via Conversano) che non sono riusciti a ricevere finanziamenti per risolvere i propri problemi con i passaggi a livello sono, infatti, Conversano e Rutigliano. I paesi “Cenerentola” della tratta Bari-Martina Franca.
Per un interramento dei nove passaggi a livello presenti nel territorio conversanese, secondo il parere di tecnici esperti del settore, l’investimento dovrebbe essere compreso tra i 12 e i 15 milioni di euro a passaggio a livello, quindi in un range che va dai 108 e i 135milioni di euro. Di questi tempi sembra un’impresa titanica ma sono tanti gli step che possono essere avviati con meno risorse e più programmazione.
LA SITUAZIONE ATTUALE E I TEMPI DI ATTESA AI PASSAGGI A LIVELLO
Attualmente il servizio sulla tratta Rutigliano-Putignano (via Conversano) è l’unico in esercizio. Con diciotto corse giornaliere (nove per ogni direzione) vede una frequentazione limitatissima di utenti-passeggeri.
I problemi che si riscontrano in città, per la verità, superano di gran lunga i vantaggi per la riattivazione di questo servizio.
Quando i passaggi a livello sono chiusi, a volte i tempi di attesa diventano “biblici”. Tutto ciò deriva dalla nuova normativa successiva alla tragedia consumatasi ad Andria il 12 luglio 2016.
Per esempio, quando un treno è in procinto di arrivare nei pressi di un passaggio a livello e c’è un segnale che indica qualcosa che non va, non più procedere, come un tempo, con la “marcia a vista” ma deve attendere una squadra di tecnici e operai che deve sovrintendere al passaggio. Il tempo che passa tra la chiamata dei tecnici e il loro arrivo vede i passaggi a livello interessati tutti chiusi con la conseguente attesa degli automobilisti ai quali, giustamente, quella sosta appare infinita e intollerabile. E nessuno vuole nemmeno lontanamente pensare a cosa potrà succedere quando il servizio sarà tutto ripristinato con gli incroci dei treni nelle stazioni.
In questi giorni sono riprese le lamentele e le segnalazioni degli automobilisti per le lunghe, o lunghissime attese, come mostrano le foto nell’articolo.
I LAVORI PER L’ELETTRIFICAZIONE DELLA LINEA BARI-PUTIGNANO (via Conversano)
La fine di questi lavori è paragonabile ad un “mistero glorioso”. Le comunità erano state informate, nel 2019, che i lavori riguardavano l’elettrificazione dell’intera tratta. Poi hanno scoperto, le stesse comunità, che i ritardi erano dovuti ai lavori di interramento tra Capurso e Triggiano. E di elettrificazione non se ne parlava più. Ancora, a seguire, si è constatato che i lavori per l’elettrificazione nel tratto interessato dall’interramento tra Capurso e Triggiano, avevano visto l’apposizione in superficie delle strutture idonee, anziché nel sottosuolo. Un pasticcio che, ancora una volta, denotava e denota la mancanza di una seria programmazione e una incapacità di “far parlare tra loro progetti diversi“, quello dell’interramento di un tratto e quelli dell’elettrificazione dell’intera tratta.
Uno stato confusionale che ha contagiato tutti coloro che si sono proposti di rimettere insieme i pezzi per poter rispondere ad alcune semplici domande:
Perché il servizio interrotto nel giugno 2019 non è stato ancora ripristinato?
Di chi sono, se ce ne sono come è probabile, le responsabilità di tale situazione?
E’ possibile privare una comunità di 120mila persone di treni che raggiungano il capoluogo per, al momento, cinque anni e tre mesi?
Perché i tempi di questi lavori superano addirittura quelli dei progetti per l’Alta Velocità di tratte anche più lunghe?
Quesiti le cui risposte nessuno riesce a fornire.
LA FLOTTA DELLE EX FSE, I TRENI DIESEL E I TRENI ELETTRICI
Ciò che non manca attualmente alla società, è il parco macchine, la cosiddetta flotta. Disponibili ci sono 24 ATR PESA (i famosi treni diesel biancorossi costruiti in Polonia), 13 Fiat ALN668, 11 ETRNEWAG (elettrici), 3 POP (elettrici). E altre macchine sono in arrivo.
A mancare, quindi, non sono i mezzi come qualche anno fa ma le infrastrutture. Basti pensare che saranno ancora i treni diesel a funzionare quando sarà riattivato il servizio sulla tratta Bari-Martina Franca (via Conversano), in attesa della fine dei lavori di elettrificazione. Mentre i treni elettrici possono essere già utilizzati sulla tratta Bari-Putignano (via Casamassima) che ha avuto la fortuna di essere stata “servita” prima della nostra, via Conversano.
I LAVORI PREVISTI NELL’AREA DELLA STAZIONE
Tra gli investimenti previsti, a riprova del fatto che in Italia e anche da noi le uniche risorse a non mancare sono quelle economiche, anche quelli che riguardano l’area della stazione, o come si usa dire nella modernità l'”hub”. Conversano sarà uno dei venti hub finanziati dal Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) alla società che gestisce il servizio. Sono previsti parcheggi nell’area circostante oggetto di dolorosi piani di espropriazione, il sottopasso tra il primo e il secondo binario (come quelli della stazione di Polignano a Mare o Mola di Bari), la risistemazione dei piazzali.
Diventeremo sicuramente più belli ma continueremo ad avere passaggi a livello chiusi e lunghe code di auto in città e potremo gridare ai quattro venti “Abbiamo un hub“!
Il fatalismo, e una inspiegabile rassegnazione, ci sta portando in direzione opposta a quella prevista dal cosiddetto progresso e sostenibilità ambientale. Molte di quelle persone che utilizzavano i treni si sono dovuti adeguare e mettere mani al portafoglio e appesantire, loro malgrado, il carico di autoveicoli su strada.
I decisori politici di ogni livello non ne parlano e non si parlano. Anche loro non ritengono l’esercizio del servizio ferroviario a disposizione di un bacino di utenza di 120mila persone un problema. O, almeno, non lo ritengono un loro problema.
Per quanto riguarda Conversano, a parte qualche sporadica presa di posizione di qualche movimento politico o partito, non si è riusciti ad essere uniti per raggiungere il grande obiettivo, quello dell’interramento. E nemmeno l’obiettivo intermedio, quello della costruzione della bretella di circonvallazione che possa unire via Cozze a via Castellana senza passare dal centro urbano.
Dalla Città Metropolitana, rinnovata da qualche giorno nei suoi organismi di rappresentanza, mai un segnale. Dalla Regione Puglia e dall’assessorato ai Trasporti nemmeno quelli di fumo. In città l’amministrazione comunale tace impotente e, forse, incapace di mettere insieme tutte le forze del paese per cominciare ad alzare seriamente la voce. Le condizioni ci sono tutte e gli obiettivi da raggiungere sono chiari: quello strategico e quello intermedio.
Il primo riguarda il progetto per l’interramento dei binari, il secondo la costruzione della bretella mancante della circonvallazione che alleggerirebbe il carico di autoveicoli in città.
Un paese mediamente sensibile si mobiliterebbe su questi temi, anche e soprattutto insieme.
Non so se la stanno facendo o la stanno trovando ahahhaha solo una parola imbarazzanti