Ottobre è stato il mese di sensibilizzazione e prevenzione per il tumore al seno. Una mobilitazione generale per stimolare le coscienze, della consapevolezza e della necessità di dare al concetto di prevenzione il suo giusto significato: salvare la Vita, salvare le Vite. Monumenti illuminati di rosa, compreso il nostro palazzo municipale, per “attirare l’attenzione” su una delle patologie più comuni e più aggredibili soprattutto con un sistema sanitario pubblico capace di avviare gli screening oncologici.
E, soprattutto, la capillarità di associazioni, come “Energia Donna” presieduta da Maria Grazia Ramires, con una forte motivazione e un forte radicamento nel territorio attraverso collaborazioni con il sistema sanitario pubblico, ospedali di riferimento e operatori sanitari specialisti. Al concetto di “volontariato“, queste associazioni associano una vera e propria strategia comunicativa attraverso il racconto in occasioni pubbliche che, nel mese di ottobre, raggiungono una platea molto vasta e interessata.
Abbiamo voluto ascoltare la presidente di Energia Donna, Maria Grazia Ramires, a consuntivo di “Ottobre Rosa” che ogni anno segna un’attività fondamentale per la prevenzione che, naturalmente, non smette di operare in ogni momento dell’anno.
“Ottobre Rosa” sta a significare che questo è stato il mese di sensibilizzazione e prevenzione per il tumore al seno. Quali sono le attività in corso dell’associazione da lei presieduta “Energia Donna” per l’Ottobre Rosa?
Una delle nostre mission è proprio diffondere la cultura della prevenzione affinchè il cancro possa essere diagnosticato “in tempo”, perché realmente la prevenzione può salvarci la Vita. In questo mese di Ottobre abbiamo organizzato diverse tavole rotonde sulla prevenzione e cura del tumore al seno in varie aziende della provincia di Bari, illustrando i vari percorsi possibili insieme ai nostri medici della Breast Unit della Asl Bari. Per la prima volta siamo riuscite anche ad illuminare di Rosa l’ospedale San Paolo di Bari, ospedale Donna della Asl Bari con tanti percorsi dedicati, unico ospedale in Puglia illuminato grazie alla sinergia tra la nostra associazione e la direzione sanitaria dell’ospedale. Inoltre abbiamo inaugurato proprio in questi giorni il corso di pizzica e il corso di canottaggio gratuiti per le pazienti oncologiche, perché l’attività sportiva è prevenzione primaria insieme ad una sana alimentazione. Abbiamo donato anche un elettrostimolatore del pavimento pelvico al reparto di fisiatria dell’ospedale San Paolo di Bari per migliorare la qualità della vita delle pazienti che seguono una terapia ormonale, soprattutto in giovane età.
Chi può iscriversi alla vostra associazione?
Tutte le donne che lottano o hanno lottato contro un tumore al seno, in qualsiasi struttura sanitaria siano in cura, ma anche loro familiari e amici che vogliano sostenerci.
Si parla della necessità della prevenzione, di screening e di informazione capillare per tutti. Il sistema sanitario regionale come regge e, soprattutto, cosa fa realmente per favorire la prevenzione?
Dopo il periodo buio del Covid in cui le donne per vari motivi non hanno voluto o potuto effettuare i loro controlli, finalmente sono partiti in maniera funzionale gli screening oncologici regionali per il tumore della mammella, della cervice uterina e del colon-retto, con molto impegno da parte di tutti gli operatori sanitari coinvolti in questo servizio ma anche delle associazioni come la nostra che si occupano di diffondere la cultura della prevenzione. Oggi ogni donna dai 50 ai 69 anni viene chiamata per una mammografia gratuita da effettuare in uno dei numerosi centri screening della Asl. La mammografia viene poi refertata da due radiologi senologi in sede separata e qualora la mammografia non fosse sufficiente la donna viene prontamente contattata dal centro screening di secondo livello per eseguire ecografia e visita senologica. Questo percorso è garantito a tutte le donne residenti nella regione Puglia, senza distinzione di nazionalità, cultura o ceto sociale.
Che tipo di rapporti di collaborazione avete con il sistema sanitario pubblico regionale?
Con la direzione della Asl Bari abbiamo instaurato un rapporto di collaborazione e di fiducia, ma anche di critica costruttiva volta a migliorare sempre i percorsi dedicati alle donne in percorso oncologico da tutti i punti di vista.
A che età una donna deve cominciare ad entrare negli screening per la prevenzione dei tumori al seno? Insieme alle senologhe della Breast Unit della Asl Bari, abbiamo stilato un volantino in cui invitiamo le donne ad effettuare annualmente ecografia e visita senologica a partire dai 27 anni (se c’è familiarità anche dai 23 anni), dai 40 ai 49 anni mammografia, ecografia e visita senologica, dai 50 ai 69 anni mammografia tramite screening senologico gratuito, dai 69 anni nuovamente mammografia, ecografia e visita senologica.
La vostra è un’associazione – si legge sul vostro sito – “del FARE e del DONARE, in cui le energie si uniscono per dar vita a progetti e atti concreti che possano rendere più ‘leggero’ il percorso oncologico alle donne e alle loro famiglie”. Come si svolge la giornata tipo delle componenti dell’associazione quando sono chiamate a “fare e donare”?
Ogni mattina le nostre volontarie sono presenti nei reparti di oncologia e chirurgia senologica dell’ospedale San Paolo e nei reparti di radiologia senologica degli ospedali San Paolo e Di Venere di Bari. Sosteniamo le pazienti nelle varie fasi del percorso a partire dalla diagnosi, all’intervento chirurgico e alla delicata fase delle cure oncologiche più o meno impegnative. Oltre ad offrire un sostegno psicologico, un sorriso e una tisana, le aiutiamo concretamente donando loro parrucche, turbanti in tessuti ecologici, trattamenti di estetica oncologica nella nostra Stanza del Benessere presso l’ospedale San Paolo. Ma offriamo loro anche la possibilità di frequentare gratuitamente attività sportive come corsi di vela, di canottaggio, di pizzica, di bio-danza che consentono alle pazienti di vivere momenti di spensieratezza e condivisione per riappropriarsi della loro vita personale, familiare e lavorativa dopo un percorso così impegnativo.
Abbiamo visto molte di voi partecipare ad alcune manifestazioni culturali, tipo il concerto all’alba del 31 agosto scorso sul lungomare di Polignano a Mare (organizzato dall’associazione “Musica d’Incanto Davide Gaetano D’Accolti”, per raccontare storie di donne). Che ruolo ha il “racconto” delle proprie esperienze nel comunicare la necessità della prevenzione?
Raccontare la propria storia è importante per chi la racconta e per chi la ascolta. Condividere le emozioni e la forza di una donna in questo “percorso ad ostacoli” consente di lanciare un forte messaggio di speranza per chi si trova nella fase della diagnosi, il momento in cui la disperazione può sicuramente prendere il sopravvento. Ascoltando l’esperienza di chi ce l’ha fatta molte donne trovano il coraggio di aggrapparsi alla Vita e affrontare tutto il percorso con forza e tenacia.
Infine, qual è il messaggio positivo che vuole dare a tutte le donne?
I nostri messaggi sono due:
Non aver paura di fare prevenzione….può salvarti la Vita!
Se dovrai lottare per affrontare un percorso impegnativo come quello oncologico noi saremo al tuo fianco per sostenerti e rendere più “leggero” il tuo cammino. Viva la Vita!