Mai rovinare una bella storia con l’avidità. Nella citazione leggendaria sarebbe “con la verità”, ma niente svela un uomo quanto la sua disposizione a mettere il cartellino del prezzo all’alluce nell’obitorio della propria dignità (Gabriele Romagnoli)
Vi dico subito, care lettrici e cari lettori, che questo sassolino sarà diverso dal solito. La frase su riportata è infatti l’incipit di un recente articolo di giornale in cui lo scrittore e giornalista Romagnoli commenta la notizia dell’esonero di Roberto Mancini quale allenatore dell’Arabia Saudita, dopo la deludente sequela di risultati conseguiti. Il fatto è che nonostante l’esito negativo, l’allenatore in questione, che ricordiamo si era improvvisamente dimesso dalla conduzione della nazionale italiana, è tornato a casa incassando comunque una cinquantina di milioni di dollari.
Ora mi fermo qui, lasciando l’episodio che ha scatenato la frase e rivolgendo l’attenzione, in generale, sul fatto che tante belle storie sportive stanno negli ultimi anni decisamente rovinandosi a causa del debordante imperversare del dio denaro.
In passato vi erano valori come l’attaccamento alla maglia, il valorizzare talenti del proprio vivaio e così dicendo, che ora sono direi del tutto scomparsi, forse con qualche eccezione, più unica che rara.
Restando in Arabia Saudita, si è svolto recentemente un torneo di tennis con guadagni esorbitanti ai pochi partecipanti, per due, al massimo tre partite disputate. La cosa mi ha francamente indignato.
Tornando alla frase iniziale, mi viene da fare una considerazione finale. Visto che tra qualche giorno sarà il due novembre, giorno dedicato ai defunti, non sarà che le dignità dei professionisti degli sport più diffusi nel mondo, più che in un obitorio, siano finite in uno sconfinato sacrario?