La Serie A di pallamano si ferma per lasciar spazio agli impegni della Nazionale Italiana, che sarà occupata in questa settimana nei match valevoli per le qualificazioni a EHF EURO 2026.
Azzurri che scenderanno in campo prima in Spagna, contro i padroni di casa il 6 novembre e poi a Fasano, contro la Serbia domenica 10 novembre alle ore 18.00. Fanno parte dei convocati di mister Trillini, sia Davide Bulzamini che Pablo Marrochi, protagonisti in questa stagione con la maglia della Pallamano Conversano.
I due giocatori, non sono però gli unici “conversanesi” presenti in questa spedizione della Nazionale, ad accompagnarli ci sarà anche Francesco Loiacono, che farà parte dello staff medico azzurro.
Negli ultimi anni l’importanza di avere nello staff di una squadra uno o più fisioterapisti è diventata sempre più fondamentale. L’aumento del numero di partite, dell’intensità del gioco e del contatto fisico mette sempre più gli atleti davanti al rischio di incorrere in infortuni, muscolari e non solo.
Avere nello staff questi professionisti permette alle squadre di avere una conoscenza immediata e di alto livello delle condizioni fisiche dei giocatori e di tutto ciò che concerne la prevenzione, la cura e la riabilitazione da infortuni.
Francesco Loiacono è professionista di grande bravura ed esperienza. La sua notorietà è dovuta essenzialmente ad una applicazione e abnegazione per il lavoro che interpreta sempre come una passione che ha bisogno di continuo aggiornamento. Segno di una modestia che l’accompagna e che l’ha fatto apprezzare sul territorio nazionale.
In questi giorni ha ricevuto la chiamata dalla Nazionale Italiana di Pallamano e ci racconta un po’ le peculiarità della sua professione e l’emozione per questa nuova avventura nel mondo dello sport.
Cosa è per te il mondo dell’osteopatia e della fisioterapia?
È parte della mia vita, un mondo che mi ha dapprima incuriosito poi sempre più affascinato e conquistato.
Quali sono state fin ora le tue soddisfazioni professionali più grandi?
Ogni giorno ti ritrovi a vivere piccole grandi soddisfazioni, in generale la fine di un “dolore” che ha reso magari il paziente non autosufficiente per giorni è sempre motivo di gioia e soddisfazione sebbene ciò che maggiormente mi stimola è contribuire al ritorno in campo di un atleta agonista.
Sarai a lavoro con la nazionale di pallamano, sport che hai praticato per tanti anni, che emozioni ti provoca?
A dire il vero sono curioso anch’io di scoprire quali emozioni questa nuova avventura mi riserverà, ciò che adesso è importante è farsi trovare pronti, preparati e con stimoli a mille!
Hai già fatto parte di uno staff medico di una nazionale di calcio, nel 2018 con l’Albania. Cosa cambia rispetto al lavoro giornaliero con un club?
La cosa più rilevante che cambia è che quando sei con una nazionale il lavoro diventa più frenetico, alla gestione dell’atleta si associano i viaggi, i cambi hotel, i fusi orario. Si concentra tutto e tanto in un arco di tempo ristretto che solitamente dura sette otto giorni.
Negli ultimi anni nello sport sono sempre più frequenti le lesioni ai legamenti del ginocchio, come si può spiegare questo aumento di infortuni?
Secondo me sono una serie di fattori messi assieme che hanno contribuito ad un aumento degli infortuni, adesso mi farò qualche nemico ma credo che almeno negli sport indoor tanto dipenda dall’abbandono del parquet come superficie sulla quale giocare. Ma i fattori predisponenti come ho detto prima sono molteplici: un’ottima preparazione atletica è fondamentale come fondamentali devono essere l’alimentazione, l’idratazione, le ore di sonno.
Quanto lavoro e quanta preparazione giornaliera c’è dietro alla tua professione?
Tanta! I corsi, gli aggiornamenti, i congressi, i webinar hanno sempre accompagnato la mia carriera e continuano a farlo; guai a perdere curiosità e voglia di crescere e conoscere!
