Euclide, duemila anni fa, scrisse: “Cose che sono uguali ad una stessa cosa sono uguali anche fra loro”. Dobbiamo cominciare con l’uguaglianza: lì è l’equilibrio, lì la giustizia. (dal film “Lincoln”, di Steven Spielberg)
La rielezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti è senz’altro la notizia che ha recentemente campeggiato su tutti gli organi di informazione, cartacei e non.
Per quegli strani processi associativi che si innescano a seguito di eventi importanti, mi è tornato in mente il bel film del 2012 di Spielberg, dedicato al presidente che abolì a metà Ottocento la schiavitù negli Stati Uniti e che finì assassinato, e, in particolare, il passaggio su riportato.
Allontanandomi dai fatti contingenti, vorrei soffermarmi sul fatto che l’anelito verso l’uguaglianza deve essere sempre al primo posto in chi fa politica alta. L’uguaglianza è stata anche una delle tre parole guida della Rivoluzione francese, che assieme alla Rivoluzione industriale diede vita all’Età contemporanea di cui siamo figli.
Ma l’uguaglianza, assieme alla libertà, è una conquista che deve sempre essere rinnovata al mutare dei tempi, e non si può certo dire che sia stata realizzata appieno. Anzi la tentazione di recedere da posizioni virtuose raggiunte è sempre presente.
Vale la pena citare nuovamente una famosa frase – oggetto di un precedente sassolino – di George Orwell, che ne “La fattoria degli animali” scrisse che “La legge è uguale per tutti, ma per alcuni è più uguale degli altri.”, a farci da costante monito sulle disuguaglianze tuttora presenti.
In chiusura, tornerei comunque al nuovo presidente degli Stati Uniti per rivangare un’altra frase ammonitrice di Abraham Lincoln, che ogni politico – di qualunque fede – dovrebbe tenere a mente:
“Potete ingannare tutti per qualche tempo o alcuni per tutto il tempo, ma non potete prendere per il naso tutti per tutto il tempo.”