Nelle settimane scorse il sindaco Giuseppe Lovascio ha invitato la cittadinanza a razionalizzare l’utilizzo dell’acqua perché informato dall’AQP (Acquedotto Pugliese) attraverso la campagna di sensibilizzazione Siamo in riserva ché i prelievi di acqua superano gli afflussi.
La notizia, di per sé preoccupante, assume un tono ancora più drammatico se si pensa che siamo in inverno, periodo in cui generalmente problemi di natura idrica non se ne dovrebbero avere. Ma evidentemente le piogge invernali, copiose anche in questi ultimi giorni, non servono a contrastare la carenza d’acqua.
Oggiconversano.it ha intervistato l’ing. Gianluigi Fiori, direttore Ambiente ed Energia Acquedotto Pugliese (AQP) che ha risposto alle nostre domande.
Essere in riserva idrica in inverno perché i prelievi superano gli afflussi è molto grave. Siamo in una situazione irreversibile?
“Se per irreversibile si intende che siamo destinati a non avere abbastanza acqua per soddisfare il fabbisogno regionale, la risposta è no. L’adeguata disponibilità idrica dipende da più fattori: la capacità gestionale di Acquedotto Pugliese, la quantità di prelievo da parte degli altri soggetti che attingono dalle nostre stesse fonti, la capacità di contenere i consumi da parte degli utilizzatori finali e soprattutto dalle precipitazioni sui territori delle fonti. La situazione è delicata, ma non è corretto pensare che sia irreversibile. In attesa che le condizioni climatiche, come auspicato, tornino negli standard del periodo, ognuno dei 4 milioni di cittadini serviti da Acquedotto Pugliese, con piccole azioni di risparmio, può dare un grande contributo. A fronte del cambiamento climatico, la strada intrapresa per governarlo e gestirlo, senza subirlo, è ancora incerta in ambito internazionale e le conseguenze sono evidenti. Aqp, gestore del servizio idrico integrato, sta facendo la sua parte e sostiene lealmente gli altri attori chiamati a gestire il cambiamento. La mutazione di scenario, però, richiede un cambio di paradigma”.
“Nel 2024 la situazione idrica del Sud Italia è stata segnata, tra crisi ed emergenza, da una delle siccità più severe degli ultimi decenni. Le condizioni meteorologiche estreme, caratterizzate da temperature eccezionalmente alte e precipitazioni molto al di sotto della media, contribuiscono ancora oggi ad una crisi idrica che avrà effetti sino al 2025, con scenari di severità legati ad una sempre più drastica riduzione delle riserve idriche nei bacini idrografici e l’ulteriore aggravamento della difficile situazione estiva-autunnale. Attualmente [dicembre 2024, ndr] i prelievi continuano a superare gli afflussi, riducendo progressivamente la disponibilità d’acqua. In assenza di precipitazioni significative, la quantità di acqua disponibile potrebbe non essere sufficiente a soddisfare pienamente la domanda a partire da gennaio 2025. Questo il quadro della situazione, poi spetta a ciascuno di noi un impegno preciso perché abbiamo tutti un ruolo cruciale”.
“Le soluzioni ci sono, fattibili e non manca la volontà di attuarle. Occorre cambiare il clima, inteso come condizioni di sistema nel complesso. Si può, ognuno per il suo, impegnandosi nel realizzare piccole e grandi attività. Potremmo essere molto più resilienti rispetto al fenomeno siccitoso o alla sovrabbondanza di acqua, dipende dal territorio, dalle persone che l’animano. AQP porta la testimonianza, positiva, di un Sud e della Puglia in particolare, che per primi hanno dovuto affrontare una storica carenza idrica, pena la loro stessa esistenza, nei termini di benessere che noi oggi tutti qui intendiamo basilari: l’esperienza dell’Appennino meridionale è frutto di risorse condivise, invasi e sorgenti, su una scala dei servizi idrici che si addice – e la gestione pubblica di Acquedotto Pugliese ne testimonia la bontà – al trasferimento interregionale di risorse per tutti gli usi (potabile, agricolo e industriale). Ad oggi mentre le fondamentali necessità di garantire l’accesso all’acqua rimangono inalterate, il contesto è profondamente cambiato: nel 1900, la sfida era costruire un’infrastruttura per soddisfare bisogni primari; nel 2024-25, vanno gestite risorse limitate in modo sostenibile, affrontando le sfide poste dal clima e da una maggiore domanda idrica e soprattutto irrigua”.
L’acqua è una, pubblica (come da referendum) e la risorsa vale per tutti?
“La Puglia non è virtuosa a scapito delle sue regioni sorelle: con Basilicata, Calabria, Campania per intero, Abruzzo, Lazio e Molise in parte (secondo l’attività di pianificazione e gestione delle risorse idriche dell’ampia area del Sud di competenza dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino meridionale) noi condividiamo vita anzitutto. E lo facciamo in un distretto caratterizzato da disponibilità idriche la cui distribuzione non è omogenea su base territoriale, in particolare rispetto alle aree a maggiore idro-esigenza, come evidenziato dal Piano di gestione delle acque a livello distrettuale. In questo la gestione non può che essere pubblica nel tenere assieme i diritti e il benessere delle comunità. D’altronde le inefficienze, anche solo di una parte in un sistema così complesso, si scaricano sulla collettività, maggiormente su chi è più virtuoso. Nel caso della Puglia una conoscenza millenaria di scarsità e siccità ha portato il più possibile a non sprecare risorse, con ingegno ad usarne sempre meno: nei cittadini pugliesi questo spirito è ancora vivo, visto che sono ancora i più parsimoniosi d’Italia per consumo di acqua, con 156 litri al giorno per abitante contro una media nazionale di 214. È fondamentale, tanto più in questo periodo di siccità, conservare questa vocazione al risparmio idrico con il coinvolgimento di tutti. Ed al minor e più accurato utilizzo finale, fa sponda la nostra miglior gestione, anche i termini di recupero di perdite”.
“AQP oggi continua a fare la sua parte, grazie ad una gestione industriale che ha saputo mettere a frutto l’ingegno di un gruppo, a servizio delle persone da oltre 100 anni. Siamo parte nella tutela di un bene pubblico, portando avanti una gestione efficiente che minimizza i prelievi, gestisce al meglio la risorsa e la offre come riuso affinato all’agricoltura o la reimmette in natura sotto altra forma e comunque tale da avere il mare di Puglia tra i migliori in Italia. È la nostra terra e ci curiamo di tutelarla”.
Usi plurimi. La situazione richiede una costante attenzione?
“La legge tutela il servizio idrico potabile rispetto agli altri usi e verranno prese, anche nel 2025, tutte le misure necessarie per evitare l’emergenza. La gestione degli invasi non è di Acquedotto Pugliese, tutte le attività e il monitoraggio sono svolti dalle società e dai consorzi preposti per ognuno di essi. Ad oggi in Puglia la situazione per il potabile non è di emergenza, ma di crisi, così come stabilito dall’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino meridionale che governa la gestione delle acque di gran parte del Sud Italia. La situazione è sotto continuo monitoraggio, non solo da parte di Acquedotto Pugliese, ma soprattutto da parte dell’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici, dalla cabina di regia regionale e dall’Autorità di Bacino. Acquedotto Pugliese attinge circa il 55% di acqua da 5 invasi (Sinni, Pertusillo, Conza, Occhito e Locone) che servono anche l’agricoltura, il 33% dalle sorgenti irpine e la restante parte, il 12%, da 169 pozzi dislocati soprattutto nella parte meridionale della Puglia e dedicati esclusivamente all’uso potabile. Questo mix di fonti si sviluppa su 6 schemi idrici che attraversano 3 territori regionali (Campania, Basilicata e Puglia) e sono fortemente interconnessi tra loro, consentendo ad Acquedotto Pugliese di colmare in parte eventuali carenze idriche da uno schema all’altro”.
La crisi idrica sta colpendo anche Sicilia e Basilicata. In queste regioni oltre ad avere un peso importante il cambiamento climatico si parla anche di infrastrutture colabrodo. Com’è la situazione delle nostre infrastrutture?
“Le infrastrutture di Acquedotto Pugliese sono in continuo miglioramento. AQP sta affrontando una serie di interventi di risanamento che riguardano quasi 1.300 chilometri di condotte, con un investimento complessivo di 800 milioni di euro. Inoltre, grazie all’uso della tecnologia e alla digitalizzazione, AQP è riuscita a ridurre le perdite idriche, con una significativa efficienza rispetto al passato. Ad esempio, nel 2023 sono stati risparmiati 80 milioni di metri cubi d’acqua rispetto al 2009, grazie agli investimenti in nuove tecnologie e alla sostituzione delle condotte. È come se avessimo guadagnato due invasi di medie dimensioni da cui attingere. La gestione è ottimizzata anche grazie a un sistema digitale che predice le necessità di ripristino della rete, riducendo le perdite e migliorando la sostenibilità”.
Che estate ci aspetta? Potrebbero essere una soluzione i dissalatori? Che tipo di interventi sta mettendo in campo l’AQP per non avere questo tipo di problemi in futuro?
“La previsione per l’estate dipende dalle precipitazioni e dal comportamento degli utenti nei propri consumi. Ad oggi non si possono ancora fare stime precise, ma ovviamente la situazione richiede una particolare attenzione. AQP sta cercando di affrontare il rischio di carenze idriche diversificando le fonti, risparmiando risorse con minor prelievi e migliore gestioni delle reti, portando avanti misure come la riduzione della pressione e campagne di sensibilizzazione sui consumi e l’installazione di sistemi di autoclave, fondamentali per garantire acqua ai piani alti degli stabili ed eliminare così eventuali disagi per gli abbassamenti di pressione. Per quanto riguarda i dissalatori, un progetto di dissalazione per il Fiume Tara, a Taranto, è in fase di progettazione e potrebbe coprire il fabbisogno di 350.000 persone a partire dal 2026. La strategia combinerà la gestione sostenibile delle risorse con nuove soluzioni, nel rispetto dell’ambiente. Per evitare future crisi, Acquedotto Pugliese sta attuando una serie di interventi a lungo termine e progetti di efficientamento. Tra questi, c’è un imponente piano di risanamento delle reti, con la sostituzione di condotte, il controllo delle perdite, e l’installazione di tecnologie avanzate per monitorare e gestire la rete in modo più efficiente. Inoltre, AQP sta approfondendo ipotesi progettuali di dissalatori anche a Brindisi e a Manfredonia, per coprire parte del fabbisogno idrico. Grazie a questi interventi e alla digitalizzazione delle reti, si sta cercando di ridurre al minimo i problemi legati alla scarsità d’acqua per uso potabile, purtroppo aggravata dai cambiamenti climatici. La Puglia sta facendo la sua parte, grazie al buon lavoro di squadra tra Aqp, Autorità idrica pugliese e Regione Puglia. Queste misure, insieme alla sensibilizzazione dei cittadini, sono e saranno essenziali per garantire un approvvigionamento idrico sostenibile in futuro”.