Il 2025 comincia con il prurito alle mani di chi imbratta con vernice nera le facciate di via della Vittoria e I circolo didattico

E’ sempre attuale il dibattito su chi, con piglio artistico, esprime il propri sentimenti sulle facciate dando vita alla street art e chi, invece, si limita ad imbrattare i muri (di solito quelli di immobili pubblici ma molto spesso anche di privati) con vernici colorate che per essere rimosse hanno bisogno di costi, tempo e competenze. Nel caso della street art si tratta di interventi concordati di riqualificazione urbana, nel secondo di sfregio e danni ai beni comuni.

E così questo 2025 è cominciato con chi, probabilmente con il favore della notte, ha inteso imprimere il proprio sfregio quotidiano lasciando la firma, ma non il proprio indirizzo e i propri dati, sia sulla facciata del I circolo didattico “Falcone-Borsellino” che su quella che delimita l’area di Villa Garibaldi con via della Vittoria.

Oltre al danno “urbanistico” bisogna sottolineare i costi che la pubblica amministrazione (tutta la comunità) dovrà sopportare per riportare quelle facciate in pietra alla loro antica e propria immagine. Sembra superfluo tornare al discorso delle videocamere e all’individuazione dei responsabili.
Chi sa parli e chi può (di solito la Polizia Locale) ricerchi nelle videocamere eventualmente disponibili nelle zone citate. Questa abitudine di farla franca e di potersi permettere di imbrattare, senza nemmeno una provocazione culturale ma solo per il gusto di sporcare o deturpare un “bene comune”, deve trovare il suo antidoto. Il primo è il rispetto di quelli che sono i beni comuni, il secondo nei processi civici ed educativi che devono semplicemente trasmettere l’idea che un bene comune è per definizione di tutti.
E va difeso e preservato, non di certi imbrattato.

La facciata in pietra (che delimita l’area di Villa Garibaldi da via della Vittoria) imbrattata da vernice nera
La facciata del I circolo didattico “Falcone-Borsellino”

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