Chiara Candela, 54 anni, dirigente di Banca Etica. Un impegno civico che dura dai tempi del Laboratorio Politico (dall’inizio degli anni ’90). Nel quadriennio del governo di Vito Bonasora (1995-1999), è stata la coordinatrice del gruppo per la stesura dello Statuto Comunale. Nel 2018 è stata eletta consigliere comunale a sostegno di Pasquale Loiacono nella lista di Conversano Bene Comune.
Attualmente ricopre la carica di coordinatrice dello stesso movimento Conversano Bene Comune. Ha fatto parte dei Democratici di Sinistra ed è stata candidata alle elezioni regionali nel 2015 con la lista “Noi a Sinistra per la Puglia”.
Abbiamo intervistato Chiara Candela, le abbiamo anticipato le domande alle quali ci ha risposto utilizzando una specifica app di sintesi vocale.
LA VIDEOINTERVISTA
Il testo delle domande e delle risposte
Ci conosciamo da troppo tempo ma la domanda dobbiamo comunque farla. Ci diamo del tu?
Certo che si. E so che posso chiederti anche la pazienza di darmi il tempo per risponderti con la app di sintesi vocale.
Fai parte della commissione speciale del Comune di Conversano per le “Pari opportunità”. Una conquista tardiva dato che il regolamento comunale, la cui ultima versione è stata approvata nel 2006, già prevedeva questa commissione che è stata nominata solo qualche mese fa. Cosa ti aspetti dal lavoro di questa commissione e cosa proporrai?
Come ho dichiarato al momento dell’insediamento, Provo a fare la mia parte, perché serve rileggere le politiche sociali, culturali ed urbanistiche di Conversano con gli occhi di una donna, di un disabile, di un bambino, di un extracomunitario, di un musulmano,… seppure con la consapevolezza che non sia proprio una conquista insediare nel 2024 una Commissione Pari Opportunità, peraltro a 9 mesi dalla scadenza di un mandato politico-amministrativo. Ma ho anche detto che siamo in condizione di non dover partire da zero: penso per esempio ad un link tra il piano di azione che vorremo suggerire all’amministrazione comunale e l’Agenda regionale per le politiche di genere approvata a settembre 2021, su proposta e con il contributo della Rete Donne Costituenti Puglia, di cui faccio parte. Penso anche, per esempio, alla disponibilità di risorse messe a disposizione da Anci Puglia con la prima edizione e l’imminente seconda edizione dell’iniziativa “Genere in Comune“. Ma penso anche, più banalmente, al pugno nello stomaco che è stato l’ultimo cartellone della stagione 24-25 propostoci dall’amministrazione comunale: 9 su 10 artisti uomini… Non discuto la loro bravura, ma un po più di sensibilità e attenzione avrebbero aiutato.
Il tuo impegno civico e politico è datato. Hai iniziato da ventenne a frequentare i luoghi della politica. In breve, come è cambiato il modo di impegnarsi per la comunità? Cosa vi spingeva all’impegno allora e cosa potrebbe spingere un ventenne all’impegno oggi?
Penso che un gruppo numeroso di coetanei si sia trovato al posto giusto, nel momento giusto, insieme. Mi riferisco al bisogno che da più o meno diciottenni avevamo di far evolvere l’esperienza di un gruppo di Azione Cattolica, che di “dottrinale” aveva sempre avuto poco. Erano intanto gli anni della rivoluzione che “Mani Pulite“ stava determinando nella società civile e nel sistema dei partiti. Fu quasi naturale, per un bel gruppo di diciotto-ventenni insieme a Vito Bonasora, evolvere il proprio impegno civico nel Laboratorio Politico, cominciando a studiare, ad organizzare incontri pubblici con personalità protagoniste in quegli anni della lotta alla criminalità organizzata, della cultura di legalità, del processo di transizione del sistema politico partitico verso la seconda repubblica. E fu altrettanto naturale poi, nel 1995, partecipare insieme ad amici poco più grandi di noi alla nascita del movimento politico L’Altra Città e all’animazione di una bella stagione politico-amministrativa per Conversano. Insomma, come scrivevo qualche giorno fa, in occasione del quinto anniversario della scomparsa di Vito Bonasora, quell’impegno e quella curiosità sono ancora oggi il nostro unico modo di stare al mondo. Anche oggi naturalmente ci sono giovani che scelgono di avvicinarsi ed impegnarsi in movimenti e partiti politici, e sono ottimista rispetto a questo, spero che sappiano e possano fare bene. A patto che l’attitudine non sia quella degli ultras allo stadio, ma che ci siano voglia di crescere e imparare, e capacità di confronto e visione.
La città di Conversano è governata, si può ormai dire da un quindicennio, da un sindaco e gruppi politici che hanno creato un sistema di potere ben definito. Potresti dirci quali sono gli aspetti negativi di questo sistema e, se a tuo avviso ce ne fossero, anche quelli positivi?
Se questo lungo periodo non mi lasciasse addosso la forte percezione di una generale sciatteria amministrativa e della inopportunità di molti atti, potrei addirittura pensare in positivo ai vantaggi della stabilità amministrativa. Purtroppo non riesco ad ignorare che l’amministrazione Lovascio governa alla giornata, in base ai tagli di nastro o alle emergenze che si presentano. So bene che non puoi, ogni anno approvare un bilancio ragioneristico e andare avanti con variazioni di bilancio, ignorando gli emendamenti dell’opposizione e soprattutto i moniti dei revisori. Non puoi essere il responsabile del governo di una città come Conversano da oltre un decennio e non mettere mano alla pianificazione urbanistica. Non puoi limitarti a rispondere ai bandi che si presentano per intercettare il finanziamento di interventi che spesso non hanno un minimo di coordinamento, anzi talvolta si sovrappongono. Non puoi governare per tanti anni una città d’arte senza una visione a lungo termine dell’immenso patrimonio di cui disponi, limitandoti a fare un elenco stagionale di contributi puntualmente erogati a favore di gruppi amicali e perfino parentali. Ma l’elenco delle inopportunità sarebbe davvero lungo.
Ci illustri brevemente qual è la tua visione di città. Di cosa ha bisogno la nostra città, sia dal punto di vista materiale che immateriale? Che Conversano immagini per il futuro?
Innanzitutto per me un gruppo di governo deve essere in ascolto e confronto con i cittadini ogni giorno e non solo ogni 5 anni, in occasione delle campagne elettorali. Ma allo stesso modo non è più pensabile che i cittadini si limitino alla delega del voto (quando votano), senza alcuna predisposizione all’impegno o, per dirlo meglio, all’amministrazione condivisa in molti ambiti. Sul piano materiale, Conversano ha urgente bisogno di un PUG Piano Urbanistico Generale che possa fare da raccordo tra gli insediamenti e le deroghe degli ultimi 40 anni, tra la riqualificazione del costruito e le esigenze di espansione, da connessione con il sistema stradale e di trasporto pubblico nell’area metropolitana. E poi, finalmente, ci meritiamo un lavoro serio di pianificazione e promozione culturale, che vada oltre la singola stagione, e oltre le confuse e generiche sagre mangerecce.
Hai svolto la funzione di consigliere comunale del movimento Conversano Bene Comune dal 2018 al 2020. Un periodo difficile sia dal punto di vista politico che da quello determinato dalla pandemia. Mentre in comune lavoravate sul fronte delle emergenze legate al covid le opposizioni e parte della maggioranza lavoravano per farvi andare a casa. Come hai inquadrato politicamente quel periodo? Con il senno di poi, cosa in realtà è successo e quale azione amministrativa rivendichi con orgoglio?
Abbiamo governato da agosto 2018 a maggio 2020. Prima dell’emergenza pandemica, abbiamo dovuto creare le condizioni per poter amministrare con pieni poteri: il primo decennio di amministrazione Lovascio si era chiuso con l’eredità pesante di un’ispezione del MEF con una lunga serie di prescrizioni e vincoli per le nostre finanze. Inoltre, l’amministrazione Loiacono al suo insediamento non ha trovato in essere alcun contratto di manutenzione del patrimonio comunale, delle strade, del verde pubblico. Lovascio aveva lasciato scadere ogni contratto e andava avanti con proroghe tecniche che non potevano andare avanti all’infinito. Accadeva quindi che, mentre cercavamo di ripristinare le condizioni per un’amministrazione minimamente ordinaria, i cittadini erano impazienti di ricevere risposte che chiedevano in ogni ambito da quasi un decennio; alcuni personaggi contigui ad alcuni consiglieri mettevano in funzione una macchina del fango che ovviamente non ne azzeccava una ma che ci distoglieva energie. E, infine, alcune componenti della maggioranza (verso cui eravamo stati eccessivamente inclusivi) si rivelavano interessate solo ai loro interessi specifici più che all’interesse collettivo. Col senno di poi, mi rimane l’orgoglio di aver contribuito a riportare la macchina amministrativa dentro binari di regolarità, e di aver proposto anche al dibattito cittadino temi legati ai diritti civili (come la cittadinanza per i minori extracomunitari).
Nell’aria, al momento solo tra gli addetti ai lavori, a Conversano c’è la sensazione che possa essere la volta buona per l’unità di tutta l’area di centrosinistra. Compresi alcuni componenti di gruppi resisi protagonisti della fine dell’esperienza Loiacono. Sarà possibile presentare una proposta politico-amministrativa unitaria e alternativa a quello che è definito come un sistema consolidato?
Qualcosa in questi anni l’abbiamo imparata, e guai se così non fosse stato.
Non è più tempo di stare insieme contro qualcuno o per tutelare gli interessi personali di qualcuno. Si deve saper stare insieme per fare cose che servano a tutti, condividendo non solo un programma ma un metodo, un linguaggio e un sistema di valori. È anche un momento di grande confusione e credo si debba diffidare di chi, formatosi politicamente alla scuola della fiamma tricolore, si è fatto eleggere da partiti di centrodestra, ne ha poi preso le distanze correndo a farsi fotografare con gli Emiliano o i Decaro o i Paolicelli, che forse in Puglia crede gli possano garantire un futuro politico. Ma diffiderei molto da chi nel giro di 5 o 6 anni ha potuto convintamente e indifferentemente sostenere nell’ordine il PD, la Lega di Salvini, e poi un gruppo civico senza alcuna matrice di valori e riferimenti. Detto questo, da alcuni mesi i referenti cittadini del PD e dei gruppi storicamente nel centrosinistra stanno dialogando, condividendo alcune iniziative, e ciò non può che essere positivo.
Secondo te la nostra città di quali semplici cose avrebbe bisogno? Come deve organizzarsi per i prossimi decenni?
Lo dicevo prima, c’è bisogno di dare delle regole e armonizzare l’assetto urbanistico. I cittadini hanno bisogno di potersi muovere liberamente nell’area metropolitana e verso Bari, da studenti, lavoratori o turisti: ciò è impedito ormai dal giugno 2019. C’è urgente bisogno di liberare la città dalle barriere fisiche che sono i numerosi passaggi a livello: Conversano detiene ormai un record negativo tra i 41 comuni dell’area metropolitana. E infine, ci serve un’identità artistico culturale non estemporanea né casuale. Fissati questi macro obiettivi, serve la capacità di agire l’ordinaria amministrazione con metodo e trasparenza.
Conversano è affetta da non poco trasformismo. Non va dimenticata la presenza nelle fila della maggioranza di governo di consiglieri comunali e assessori che si richiamano ad esponenti del PD regionale e nazionale. Quale tipo di rapporto, secondo te, il nostro territorio deve avere con questi esponenti regionali dei partiti nazionali, soprattutto il PD, che sembrano attratti solo da pacchetti di voti a prescindere dalle storie personali di chi questi pacchetti li gestisce?
Sì è capito ormai che sono molto diffidente nei confronti di quelli che chiamiamo trasformisti, facendogli anche un complimento, perché alla fine sono solo degli opportunisti, spesso incapaci persino di spiegare le loro motivazioni.
Detto questo, è pacifico che nel centrosinistra il soggetto politico trainante è il PD; è pacifico pure che negli ultimi 30 anni noi soggetti civici minori abbiamo troppe volte dovuto attendere che il PD locale celebrasse un congresso, convocasse un direttivo o un’assemblea, ricevesse indicazioni da Bari o da Roma, paralizzando di fatto ogni percorso di intesa. Ma oggi ci sono delle premesse che mi fanno ben sperare: la leadership nazionale di Elly Schlein, e la giovane segreteria cittadina.
Sei la coordinatrice del movimento Conversano Bene Comune. Un movimento civico non nuovo ma che opera in città da anni. E’ arrivato il momento di tornare ad offrire il proprio impegno in un partito nazionale? Come siete orientati nel movimento, c’è da aspettarsi a breve una scelta che riesca a dare ancora più linfa e risorse umane ai partiti del centrosinistra? Non sentite il bisogno di fare unioni anziché continuare con le divisioni?
Premetto che il nostro gruppo civico è attivo sin dal 2007, anno in cui si doveva scegliere se passare dal PDS al PD, non una vera e propria unione, ma più che altro una somma algebrica con la Margherita. Non volendo in alcun modo inquinare il nostro impegno politico con le diatribe interne tra le numerose correnti, scegliemmo di rimanere movimento civico, assumendo man mano le denominazioni che l’area politica a sinistra del PD assumeva. Ma abbiamo sempre partecipato a momenti topici per tutta l’area politica di riferimento, come le primarie regionali o nazionali del PD. Oggi devo dire che le nostre sensibilità guardano in parte al PD e in parte ad Alleanza Verdi Sinistra, ma siamo persone adulte, responsabili e coerenti, e molto probabilmente decideremo di continuare ad essere gruppo civico di formazione e discussione politico culturale, portando il nostro contributo elettorale ad una delle 2 principali forze politiche della nostra area politica di riferimento. Ci confronteremo su questo nelle prossime settimane.
I progetti condivisi hanno bisogno di interpreti. Che caratteristiche deve avere il candidato o la candidata sindaco/a per guidare una nuova fase in città?
Qui mi permetto di esprimere la mia opinione personale: è ora che una donna, competente, capace di empatia e in buone relazioni con il territorio vasto, possa finalmente rappresentare e guidare Conversano con un gruppo di persone con queste stesse caratteristiche.