La Giusta Causa: “Non possiamo continuare a fare i portatori d’acqua. E’ il momento di rimettere insieme le speranze della sinistra in Puglia”

L’associazione presieduta dall’avv. Michele Laforgia rompe gli indugi dopo il voto regionale

Bari – E’ stata l’assemblea di giovedì 9 ottobre a rappresentare lo spartiacque per l’associazione La Giusta Causa che, attraverso il suo presidente Michele Laforgia ha tracciato una linea di confine tra il voto regionale e quello che, d’ora in poi, sarà il suo impegno per dare voce alla sinistra in Puglia.  Sinistra che è stata tanto determinante per la vittoria di Emiliano: “Non possiamo continuare a fare i portatori d’acqua, pronti a mettere da parte critiche e proteste quando si tratta di salvare la nave dalla deriva“, quanto non più rappresentata: “…La coalizione della Puglia aveva infatti assortito, per l’ultima tornata amministrativa, ben quindici liste. Di esse, solo tre hanno superato il traguardo della soglia di sbarramento del 4%. Tutte le altre hanno portato acqua al mulino del Presidente, facendo tesoro, è il caso di dire, del motto a suo tempo attribuito da Alexandre Dumas (padre, sempre per i cultori di Wikipedia) ai suoi moschettieri: tutti per uno, uno per tutti. La sinistra, sparpagliata come sempre, con nessuno“.
Un’inversione di tendenza quella della Giusta Causa che, dal comunicato qui allegato e conseguente all’assemblea del 9 ottobre scorso tenutasi al Kismet di Bari, rompe gli indugi e si candida a lavorare per ridare speranza alla sinistra in Puglia: “Non ci uniremo ai questuanti se non per rivendicare, ancora una volta, il primato delle idee e di chi le rappresenta coerentemente. Vedremo cosa farà il Presidente riconfermato, alla prova preliminare della nuova legislatura“.
Il presdiente Laforgia, inoltre, ci tiene a far sapere: “Non si tratta di ricostruire un campo largo, bensì di costruirlo“.

Il Comunicato dell’associazione La Giusta Causa

Entanglement, è il fenomeno della meccanica quantistica teorizzato da Erwin Schrödinger (quello del gatto, per i cultori di Wikipedia), per cui il valore misurato in una particella influenza istantaneamente il corrispondente valore di un’altra particella anche a distanza, senza limiti spaziali. Può sembrare improbabile, ma è scienza. Ed è quello che è accaduto in Puglia, nel voto per la regione.

Contemporaneamente, e senza neppure interagire fra loro, le elettrici e gli elettori di sinistra hanno deciso, alla fine, di votare e far votare contro l’arrembaggio della destra, e quindi per Michele Emiliano. Che ha vinto, con distacco, anche grazie alla mobilitazione spontanea di chi sino all’ultimo lo ha aspramente criticato per premiarlo, poi, nelle urne. Sono voti che hanno pesato il doppio, colmando la distanza che separava, nei sondaggi, il centrodestra apparentemente unito da un centrosinistra diviso e senz’anima.

La coalizione della Puglia aveva infatti assortito, per l’ultima tornata amministrativa, ben quindici liste. Di esse, solo tre hanno superato il traguardo della soglia di sbarramento del 4%. Tutte le altre hanno portato acqua al mulino del Presidente, facendo tesoro, è il caso di dire, del motto a suo tempo attribuito da Alexandre Dumas (padre, sempre per i cultori di Wikipedia) ai suoi moschettieri: tutti per uno, uno per tutti. La sinistra, sparpagliata come sempre, con nessuno.

Se Michele Emiliano lo ha fatto, Antonio Decaro lo ha detto. Intervenendo alla nostra ultima assemblea pubblica, il Sindaco dei Sindaci ha evocato – con qualche eccesso di semplificazione – la trama del romanzo di Conrad, sostenendo esplicitamente che le associazioni, i movimenti e le liste civiche sono pietanze che il cuoco tuttofare deve servire al tavolo del Capitano per smuovere la nave dalle acque morte. Camerieri stagionali, nulla di più, niente di meno, da riconvocare alle prossime scadenze elettorali.

Dalla scatola dei cioccolatini di quello che fu, un tempo, il centrosinistra, si devono ora scegliere quelli che andranno a comporre il nuovo governo regionale. L’imminente decisione del Presidente attira vecchi e nuovi pretendenti, a caccia di una legittimazione diversa dal voto e mossi dalla speranza di conquistare un posto al sole, in vista del prossimo inverno del nostro scontento. Che si preannuncia fosco e non breve, come per la casata di York.

Avremmo molto da dire sui criteri di selezione della Giunta, al di là della sacrosanta parità di genere. Vorremmo uomini e donne competenti e con la schiena dritta: ce ne sono fra le elette e gli eletti, tra chi non ha raggiunto il quorum e fuori dalle liste, in quella che, un tempo, si chiamava “società civile”. Ma non ci uniremo ai questuanti se non per rivendicare, ancora una volta, il primato delle idee e di chi le rappresenta coerentemente. Vedremo cosa farà il Presidente riconfermato, alla prova preliminare della nuova legislatura.

Nel frattempo, a poche settimane dal voto, è scoppiato a Foggia il primo scandalo sulle preferenze comprate, a suon di banconote da 50 euro. Non ne siamo sorpresi. Il consenso inquinato, mercificato, manipolato è uno dei grandi mali della democrazia contemporanea, non solo nella nostra regione. A parte il pagamento cash, esistono molteplici modalità di alterazione del voto, sempre più pervasive. Chiunque si sia mai cimentato in una campagna elettorale lo sa bene.

Che fare, quindi? La linea d’ombra, come abbiamo ribadito nella nostra ultima assemblea, esige una nuova dimensione dell’impegno pubblico. Occorre smettere di coltivare la nostalgia del passato e assumere una responsabilità nei confronti dei tanti elettori che hanno votato a sinistra e non hanno un riferimento nei partiti. Perché la partecipazione, contrariamente a quello che pensano in molti, non finisce il giorno delle elezioni, e senza partecipazione l’evocazione dei partiti ha la stessa efficacia della danza della pioggia.

L’entanglement, quindi, non basta. Per ridare forza, volto e voce alla sinistra – che in Puglia è molto più grande persino della somma delle liste in cui si è divisa – men che meno basta la sapienza culinaria evocata dal nostro Sindaco per imbandire le tavole altrui. Non possiamo continuare a fare i portatori d’acqua, pronti a mettere da parte critiche e proteste quando si tratta di salvare la nave dalla deriva. Se si vuole ritrovare la rotta ci vuole altro.

È arrivato il momento di rimettere insieme le idee, le esperienze, le competenze e le speranze della sinistra in Puglia. Di costruire una nuova comunità tra persone libere, lontani dalle sirene delle campagne elettorali e dal richiamo della foresta del “voto utile”. È tempo di trasformare il comune sentire in agire comune. Se non ora, quando?

La Giusta Causa, ottobre 2020

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