Covid-19, i gravi ritardi di sanità e trasporti non chiamiamoli “effetto sorpresa”

Il parere di un genitore di una alunna

Conversano – Non lavoro nel mondo della scuola, lo vivo da genitore. Lavoro in un settore che sta garantendo la continuità operativa con gruppi alternati di presenze e smart working che consente il 100% della copertura. Ma per la scuola è diverso: a scuola i nostri figli imparano e crescono, incontrandosi. Le scuole (mentre molti italiani erano impegnati a favorire il contagio non potendo evitare di andare in vacanza fuori regione o all’estero, e non sapendo divertirsi se non in discoteche super affollate), hanno cominciato a giugno a comunicare i dati degli iscritti affinché la Regione (che programma e pianifica il Trasporto Pubblico Locale su gomma, e gestisce direttamente il trasporto ferroviario e l’eventuale servizio sostitutivo su gomma, come FSE in questi mesi) e la Città Metropolitana (ex provincia, che in questi giorni non viene mai citata, ma che gestisce il TPL con i fondi statali trasferiti dalla Regione) potessero organizzare al meglio per l’inizio dell’anno scolastico. Adesso i numeri dell’emergenza raccontano già altro, ma l’ordinanza regionale che giovedì scorso ha sospeso l’attività didattica dei triennio delle superiori ha il sapore della resa e non ha nulla di pedagogico (come sostiene Lopalco) se, come per le attività economiche, vorremo garantire la continuità scolastica, le comunità scolastiche faranno ancora la loro parte (ingressi scaglionati e Dad alternata, come i dirigenti scolastici stanno già dichiarando di voler e poter organizzare) ma, per favore, i gravi ritardi di sanità e trasporti non chiamiamoli “effetto sorpresa”, hanno delle responsabilità precise.

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