Deliberata la dismissione da Banca Etica. L’assessore Lippolis ammette di non sapere ma sottopone la proposta al Consiglio

Il Comune di Conversano nel 1998 deliberò sull’adesione alla cooperativa “verso la Banca Etica”

Conversano – Il Consiglio Comunale di Conversano di oggi, 28 dicembre 2020, ha esaminato la ricognizione delle partecipazioni dell’ente e deliberato la dismissione della partecipazione dell’Ente in Banca Etica. E’ necessario un breve passaggio storico.
Con delibera n. 15 del 2/01/1998, il Consiglio Comunale del primo mandato di Vito Bonasora, nell’approvare il “Documento sul Commercio Equo e Solidale“, stabiliva all’unanimità di impegnare la Giunta a reperire le risorse necessarie per aderire all’allora Cooperativa verso la Banca Etica per la sottoscrizione di quote sociali; l’8 marzo 1998 veniva costituita formalmente a Padova la “Banca Popolare Etica Soc. Coop. per Azioni”; il 6 dicembre 1998 la Giunta comunale di Conversano, con Vito Bonasora Sindaco, con delibera n. 132 ha impegnato la somma di Lire 5.050.000 (attuali € 2.875) per la sottoscrizione di n. 50 quote del capitale sociale della Banca Etica (certificato di partecipazione datato 1°/04/1999).
Da lì a breve il secondo mandato di Vito Bonasora fu interrotto e, dopo un periodo di commissariamento che durò fino al 2003, sia nei 5 anni di amministrazione Iudice, sia nei ben 9 anni delle 2 amministrazioni Lovascio, nessuno si è mai curato di mettere a valore questa partecipazione, della cui utilità sociale avrebbe potuto beneficiare l’intera comunità cittadina.
A fine 2018, la giunta Loiacono appena insediatasi, rilevata la totale mancanza di atti negli uffici a supporto di questa partecipazione, ne acquisisce copia direttamente dalla sede centrale della Banca e, in sede di approvazione del suo primo bilancio di previsione a inizio 2019 istituisce 2 capitoli di bilancio per l’attivazione di fondi di microcredito per famiglie e piccole attività economiche, da attivarsi appunto in collaborazione con Banca Etica non appena gli stessi fossero stati dotati di congrua disponibilità. Come noto, tuttavia, il bilancio successivo è stato approvato ad aprile 2020 in pieno lockdown, con la necessità impellente di destinare all’emergenza tutte le risorse disponibili.
Venendo ad oggi, l’assessore Francesca Lippolis con delega al bilancio, pur essendo stata assessore anche nelle precedenti giunte Lovascio dal 2008 al 2017, ha dichiarato di non sapere e di non conoscere nulla di questa partecipazione, ed ha motivato la dismissione con l’assenza di una filiale di Banca Etica su Conversano.
I consiglieri di opposizione Loiacono, D’alessandro e Galiano hanno dimostrato la facilità con cui chiunque, e a maggior ragione un assessore con 9 anni di amministrazione alle spalle, nel 2020 può consultare la sezione enti locali sul sito di Banca Etica e fruire dei servizi erogati anche da privato cittadino; hanno evidenziato che si tratta di una partecipazione dal valore economico minimo ma dall’elevato valore simbolico, relativa peraltro ad una società con un bilancio ampiamente solido.
Ebbene, nonostante a fine 2018 erano soci di Banca  Etica 5 Regioni, 235 Comuni e 22 Province, il consiglio comunale di Conversano ha deliberato con il voto favorevole solo dei consiglieri di maggioranza (Loiacono, D’Alessandro, Accardo e Galiano hanno votato contro, mentre Damiani e Matarrese erano assenti) di dismettere la partecipazione in Banca Etica (la Lippolis, in evidente difficoltà, prendendo atto delle informazioni finalmente assunte, ha confermato la decisione della giunta, riservandosi genericamente di prendere contatto con la Banca Etica e di poter rivalutare in futuro la questione).
Registrando il disappunto di alcuni soci e clienti di Banca Etica (ormai numerosi nella nostra città), espresso sui social mentre il consiglio comunale era ancora in corso, concludiamo questa nota evidenziando che Banca Etica è un istituto di credito ispirato alla Finanza Etica, che sviluppa l’attività bancaria a partire dai propri principi fondativi: trasparenza, partecipazione, equità, efficienza, sobrietà, attenzione alle conseguenze non economiche delle azioni economiche, credito come diritto umano.
Con il risparmio raccolto finanzia prevalentemente famiglie ed organizzazioni che operano in quattro settori specifici: cooperazione sociale, cooperazione internazionale, cultura e tutela ambientale. Banca Etica è tutt’ora l’unica banca in Italia che mostra sul proprio sito tutti i finanziamenti erogati. Essere titolare di una partecipazione nella Banca, quindi, avrebbe potuto consentire al nostro Comune:

– di richiedere supporto per progetti di educazione finanziaria negli istituti scolastici superiori o al fianco delle associazioni di categoria;

– di concordare una convenzione per i prodotti e servizi fruibili dai propri dipendenti e collaboratori;

– di avviare e sostenere con fondi rotativi progetti per il microcredito destinato a famiglie e piccole attività economiche (anche in fase di start-up);

– di promuovere iniziative di crowdfunding civico per percorsi di rigenerazione urbana o progetti per l’amministrazione condivisa dei beni comuni;

– di far sostenere iniziative di social housing;

– di far finanziare opere finalizzate all’efficienza e alla conversione energetica (ad esempio nell’edilizia scolastica o nell’edilizia residenziale pubblica), anche verso partner privati del Comune impegnati in progetti di valore ambientale (es. bike sharing).

Una serie di occasioni perse, un allontanamento dalla cultura della finanza etica e un ulteriore colpo dettato dalla continua e ormai evidente superficialità nell’affrontare fatti concreti che riguardano l’economia. Forse sarebbe il caso che l’assessore al Bilancio Francesca Lippolis, prima di portare simili provvedimenti alla discussione in Consiglio Comunale, trovi il tempo di leggerli e soprattutto studiarli. In questo caso i cittadini si sentirebbero tutti più tutelati.

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