Il movimento politico risponde alle accuse di essere fuori dalla realtà e rilancia sui temi del lavoro
Conversano – Non si è spenta l’eco dell’ultimo Consiglio Comunale. Questa volta il movimento politico Quark, con un post su facebook, cerca di rimettere in fila i fatti accusando l’amministrazione comunale di “capovolgimento della realtà“. La maggioranza che regge l’amministrazione comunale, durante la discussione in Consiglio della cittadinanza onoraria a Patrick Zaki e delle misure per la sicurezza dei cittadini, aveva più volte sostenuto che queste erano “perdite di tempo” e lo sottraevano a ben altri problemi. In verità il movimento Quark, e altri partiti politici e movimenti della opposizione, avevano protocollato una nota in data 6 maggio con la quale si chiedeva all’amministrazione un consiglio monotematico sui temi del lavoro e dell’incidenza della pandemia sull’occupazione. Richiesta della quale la maggioranza aveva rinviato la discussione in quanto non era in possesso di dati oggettivi richiesti dai proponenti.
Questo il testo della richiesta del 6 maggio 2021 inviata al Sindaco, al Presdidente del Consiglio Comunale e alla Conferenza dei capigruppo: OGGETTO: Richiesta di Consiglio comunale monotematico sull’emergenza occupazionale nel territorio conversanese.
CONSIDERATO CHE – Tra febbraio 2020 e marzo 2021, stima l’Istat, l’Italia ha perso 895 mila posti di lavoro. Di questi, una piccola parte è costituita da persone in cassa integrazione a zero ore, che quindi possono sperare di rientrare quando la situazione migliorerà. La fetta più grossa, invece, è costituita da persone che hanno definitivamente perso il posto;
– Nel 2020, anno di arrivo del Covid, il tasso di inattività nella Provincia di Bari è passato dal 40,6% al 41,4%. Questo dato dimostra come migliaia di persone abbiano smesso di cercare lavoro, scoraggiati dalla crisi pandemica. Inoltre, in un anno risulta diminuita di ulteriori 5 mila unità la popolazione in età lavorativa, come risultato della scarsa natalità e dell’emigrazione di giovani. Questo spiega l’illusione ottica che si nasconde dietro il lieve miglioramento solo apparente dei tassi di occupazione e disoccupazione provinciali del 2020;
– La recessione generata dal Covid ha colpito in particolare il commercio e il turismo. Secondo i dati Ccia di Bari, il commercio è il secondo settore presente a Conversano per numero di imprese (636, il 26,9% del totale); le attività di alloggio e ristorazione, invece, contano 143 aziende (il 6%). Inoltre, seppur in misura decisamente minore, risulta penalizzata anche l’agricoltura, che a Conversano è al primo posto con 677 imprese (il 28,6%);
– I settori più colpiti sono caratterizzati da un’alta presenza femminile nella forza lavoro. Questo rischia di ampliare i divari di genere che in questo territorio sono ben più marcati rispetto al dato nazionale. Il tasso di occupazione femminile in Provincia di Bari è del 39,6%, distante 26,1 punti rispetto da quello maschile;
– Le associazioni di categoria di Conversano hanno in questi mesi più volte segnalato ritardi nell’erogazione della cassa integrazione dei dipendenti (con circa due mesi di media), oltre che difficoltà nell’accedere ai ristori previsti a livello nazionale;
– Secondo i dati Istat e i rapporti annuali dell’Ispettorato del Lavoro, proprio i settori più presenti a Conversano sono tra quelli più esposti a fenomeni come il precariato e il lavoro irregolare, circostanza che rende più difficile per gli addetti coinvolti accedere agli ammortizzatori sociali. In attesa della riforma nazionale, che avrà tempi e perimetri incerti, è necessario intercettare e proteggere situazioni di disagio economico; SI RICHIEDE
– che sia convocato un Consiglio comunale monotematico che si occupi dell’emergenza occupazionale cittadina;
– che in tale occasione l’amministrazione presenti una relazione contenente i dati per definire l’impatto della pandemia sulla situazione lavorativa di Conversano, con particolare riferimento alle categorie più fragili quali le donne, gli stranieri e i giovani;
– infine, sempre in tale occasione, che l’amministrazione presenti quali provvedimenti intenda adottare per far fronte alla crisi occupazionale.
Una richiesta inevasa che ha portato il movimento politico Quark a mettere in chiaro le responsabilità di chi finisce per non parlare né di temi riguardanti i diritti civili né di quelli riguardanti la concretezza e, in special modo in questo caso, di lavoratori e lavoro.
IL TESTO DEL COMUNICATO DI QUARK
È ora di far finire la colossale e volgare opera di capovolgimento della realtà che in questi giorni la maggioranza e il sindaco Giuseppe Lovascio stanno alimentando in città. Quell’oltraggioso modo di raccontare i fatti per cui il nostro movimento politico, Quark, sarebbe “fuori dalla realtà” solo perché, accanto ai mille interventi suggeriti su lavoro, scuola, ambiente e sociale, ha nelle ultime settimane proposto anche – sottolineiamo la parola “anche” – discussioni sui diritti civili e umani. Ebbene, non solo è falso che noi siamo fuori dalla realtà, ma è pure vero l’esatto contrario, cioè che a ignorare i problemi delle famiglie in difficoltà è l’amministrazione: è dal 5 maggio, infatti, che chiediamo un consiglio comunale monotematico sulla crisi del lavoro e sapete perché non è ancora stato calendarizzato? Perché questa giunta è talmente incapace da non essere in grado di preparare una relazione con i dati sull’impatto che la pandemia ha avuto sull’occupazione a Conversano. Avete capito bene: chi ci governa non sa nemmeno che effetti ha avuto il Covid sui nostri lavoratori e lavoratrici, disoccupati e disoccupate. Se non l’avessimo preteso noi di Quark, nemmeno si sarebbero posti il problema. E pure ora che finalmente qualcuno li ha fatti svegliare, se la prendono con estrema calma, come se non fossimo di fronte a un’urgenza. L’idea di approfondire un tale argomento è talmente balzana per la nostra amministrazione che, di fronte alla nostra richiesta, ha iniziato a balbettare come fa uno studente impreparato durante l’interrogazione. Basterebbe questo per capire chi è davvero fuori dalla realtà, ma c’è tanto da aggiungere.