Negli ultimi anni della sua vita quasi centenaria, Eugenio Scalfari scrisse sempre meno sull’attualità e si dedicò principalmente a riflettere sulla vita, sulla morte e su tutto ciò che ruota attorno a questi due antipodi temporali che segnano l’arco dell’esistenza.
Noi dunque siamo esseri che si muovono nel tempo e quest’ultimo ha senso solo perché noi lo percepiamo.
In questo cammino cronologico diventa fondamentale concentrarsi sulle cose essenziali.
La vita del grande giornalista appena scomparso ne suggerisce una: l’amicizia.
Questo sentimento, quando è vero, può durare per tutta la vita, impreziosendola di momenti da ricordare.
Nonostante fosse non credente, Scalfari ha avuto due grandi amicizie, per così dire inaspettate: quella con il cardinale Carlo Maria Martini e quella con Papa Francesco, entrambi aventi una grandissima caratura morale e legati alle cose dello spirito a scapito di quelle temporali.
La grande amicizia, dunque, può legare persone persino con idee e fedi diverse, ma che abbiano un’affinità morale che li unisce e che provoca confronti costruttivi e pregni di riflessione.
Ecco perché i veri amici bisogna tenerseli stretti per tutta la vita, come dicono i seguenti versi di Anna Achmatova, citata proprio da Eugenio Scalfari in occasione della scomparsa di un suo caro amico:
Ma voi, amici, siete rimasti in pochi
voi per questo a me più cari ogni giorno…
come breve si è fatta la strada
che di tutte sembrava più lunga.