Il film su menzionato parla della battaglia delle suffragiste americane (non mi piace il termine “suffragette” perché mi sembra un diminutivo/vezzeggiativo che contiene in sé ancora un germe di maschilismo) all’inizio del secolo scorso. Una battaglia per il diritto al voto, e, quindi, per il suffragio universale. Tale battaglia fu alla fine vinta, ma non prima che molte donne fossero costrette a subire la reclusione in carcere ove condussero un estenuante sciopero della fame.
Feci vedere questo film – bello e intenso – a scuola, in occasione della Giornata Internazionale della Donna. Il giorno dopo, in un cambio di classe mi venne a trovare in corridoio un’alunna. Mi disse più o meno quanto segue:
“Professore, il film di ieri mi ha colpito molto. Non ho dormito stanotte, anche a causa di alcune scene forti (le suffragiste in sciopero della fame furono alimentate sotto costrizione mettendole degli imbuti in bocca e versando delle uova). Le devo dire una cosa. Io non sono mai andata a votare, mi sono sempre disinteressata alla politica, ma dopo aver visto quanta lotta alcune donne hanno fatto per far votare noi donne, ora ci penserò mille volte prima di non votare.”
L’alunna in questione, se la memoria non mi inganna, era diventata mamma da poco. Aveva frequentato con il pancione – cosa che ogni tanto capitava al corso serale per adulti ove insegnavo – ed aveva alfine capito quanto importante fosse esercitare un diritto acquisito.
Ho aspettato a pubblicare questo sassolino, perché ci sono state le elezioni politiche e non volevo in alcun modo condizionare la libertà di scelta.
Ma dobbiamo sempre tener presente che certe libertà sono state conquistate a caro prezzo. In questo caso da donne che sono state perfino considerate pazze ma che erano in realtà dotate di un grande coraggio. Quel coraggio che si deve sempre avere per cambiare il mondo.