Questa frase mi è venuta in mente dopo aver visto il film “Oppenheimer”, che narra tutte le drammatiche fasi che portarono alla costruzione negli Stati Uniti della bomba atomica, che fu poi sganciata a Hiroshima e Nagasaki il 6 e 9 agosto 1945 segnando con una duplice tragedia finale il termine della Seconda guerra mondiale.
Il regista Christopher Nolan ha fatto bene a mettere in evidenza anche i dubbi che Robert Oppenheimer, che fu lo scienziato che coordinò e portò a termine il progetto di realizzazione dell’ordigno nucleare, ebbe a proposito del possedere in futuro arsenali capaci di fatto di distruggere il pianeta.
Il film, tuttora in sala, sta avendo grande successo, soprattutto in tanti giovani che amano il cinema spumeggiante di Nolan. E questo è un bene, perché riflettere sul punto di non ritorno in cui ci ha portati la corsa agli armamenti non sarà mai abbastanza.
La politica mondiale dovrà portare avanti il processo di smilitarizzazione multilaterale delle testate nucleari. Ce lo chiede l’umanità e lo dobbiamo ai nostri figli e alle future generazioni. Non si può correre il rischio che un nuovo folle alla Hitler possa schiacciare il pulsante che porterebbe all’autodistruzione della Terra.
Ecco perché risuonano profetiche le parole di Einstein sull’infinita stupidità del genere umano. Essa, tuttora incombente, continuerà ad esserci e ci vorrà tanta pazienza per continuare a contrastarla. Una pazienza infinita.