Sta passando ingiustamente in sordina una mostra organizzata dal Comune di Conversano, assessorato alla Cultura, nella sezione archeologica del Museo (ingresso dal Monastero di S. Benedetto in adiacenza all’ascensore). Una mostra che pone all’attenzione di tutti alcuni documenti dell’archivio storico comunale, vera fonte di un innumerevole patrimonio documentale tutto ancora da divulgare. Un patrimonio ben curato negli ultimi trent’anni da dipendenti comunali con una passione e competenza “fuori dal comune”.
In mostra, al piano terra della sezione archeologica del Museo, alcuni documenti (nelle foto qui sotto) che mostrano le storie di alcuni cittadini protagonisti di ricongiungimenti familiari, migrazioni, richieste di trasferimenti nell’Africa Italiana per lavorare data la “inoperosità” nel proprio paese, richiesta di informazioni di detenuti da parte dei familiari a cui le autorità (prefetti che scrivevano ai podestà) rispondevano dando il minimo delle informazioni. Il contesto storico di questi documenti è da annoverarsi nel ventennio fascista con tanto di carte intestate di prefettura, consolato, presidenza del consiglio.
E con le parole “podestà” o “segretario del partito politico” (unico in quei tempi) molto ricorrenti.
Non si tratta di una mostra che ha bisogno di tempo per essere guardata tutta, ma sicuramente l’esposizione fotografa bene uno spaccato della nostra città e identità letta attraverso documenti inediti e riguardanti la vita quotidiana di tanti cittadini e, soprattutto, lavoratori o aspiranti tali.
L’archivio storico di Conversano ha tanto ancora da raccontare e, come si legge nella brochure, la sua missione è quella di gestire e conservare l’ordinamento del patrimonio documentale, la valorizzazione della memoria documentale, la promozione della conoscenza delle fonti scritte identitarie. E, si legge ancora, la programmazione del 2024/2025 prevede l’adesione ad eventi culturali nazionali; GEP, Archivi Aperti, Archivissima25, laboratori di ricerca storica, progetti di educazione al patrimonio locale. Un obiettivo ambizioso e che dovrebbe giocare “a carte scoperte“, come il titolo di un progetto previsto nella stessa programmazione.
L’ingresso alla mostra è gratuito.