Angelo Ramunni, uno dei medici “storici” di famiglia di Conversano, è stato tra quelli che tanti anni fa preferì optare per la professione di medico di medicina generale, scegliendo tra questa e la sua specializzazione in anestesiologia e rianimazione. Da qualche mese ha compiuto i suoi “primi” 80 anni e ha voluto dedicare a questo traguardo la pubblicazione del suo libro, prosimetro, in cui alterna la prosa alle poesie (gli piace chiamarle ‘componimenti’).
Un viaggio nella grande famiglia che ha assistito nei suoi anni di lavoro e che, per consigli e conforto, continua a percorrere senza alcuna sosta. “In molti – ci dice – pensano che io mi sia chiuso in casa per l’intera estate per scrivere questo libro. Invece si tratta di un libro dove ho raccolto riflessioni scritte in anni dopo particolari esperienze“.
Nel libro: “Vita da medico tra due secoli. Storie di varia umanità e spiritualità” c’è di tutto: dal racconto di incontri con vicini di casa alla spesa fatta da ragazzino, dalle levatacce all’alba per raggiungere casa degli assistiti alle visite in casa del dirimpettaio Hrand Nazariantz, poeta e intellettuale armeno – che ha vissuto per anni a Conversano – candidato al premio Nobel nel 1953 (anno in cui il premio andò a Winston Churchill), dal primo caso clinico al suo impegno durante la pandemia come medico vaccinatore in più hub della Città Metropolitana, da ‘componimenti’ di carattere generale a quelli riferiti a luoghi simbolo della propria città.
Il lavoro letterario di Angelo Ramunni può essere definito “intimista” perché traspare ed è evidente il suo essere credente ma, allo stesso tempo, la capacità di comprendere e rispettare chi non lo è. Il suo attaccamento alla famiglia e il suo essere “popolare” individuando sempre dettagli all’apparenza insignificanti ma, nel tempo, dimostratisi determinanti.
Non di poco conto le sue riflessioni e il suo rapporto con la malattia, sia quella da curare per gli altri che quella da contrastare con “speranza” per se stessi.
L’ascolto, l’empatia, la capacità di trasmettere fiducia agli altri è l’essenza di “Vita da medico tra due secoli“. Un modo di fare il medico di famiglia ormai quasi inesistente, cambiato nel tempo…”anche a causa delle molteplici incombenze burocratiche a cui sono chiamati i miei giovani colleghi“.