La notizia dell’avvio del festival del libro possibile di Polignano a Mare con la discesa nelle viscere della terra delle grotte di Castellana con Stefano Benni, Dario Fo e Vinicio Capossela, da un lato mi riempie di gioia per l’offerta culturale che il nostro territorio riuscirà ad offrire con quello che è diventato un punto di riferimento culturale della nostra regione, ma dall’altro mi induce a fare riflessioni diverse sul ruolo della nostra città. Ferma nell’offerta culturale di così ampio respiro.
Gli organizzatori del Libro possibile di Polignano hanno avuto un’idea lunga: non racchiudere il festival nelle piazze e piazzette della città di mare, ma farlo partire dalle viscere della terra e cioè dalle grotte di Castellana. Città che ha dato i natali a quegli organizzatori costretti a “portare via ” il festival dalla propria città per approdare in una più accogliente e pronta a sostenerne quantomeno la professionalità e la lungimiranza delle scelte.
L’operazione culturale proposta potrebbe essere definita una contaminazione di sensazioni che partono dalla suggestione della grave per finire “in mare”. Un mix di letteratura, poesia, amore per la lettura e la musica che tutte insieme fanno un progetto culturale.
Un giorno non molto lontano eravamo noi a Conversano a pensarle tutte, a proiettarci verso l’esterno e a dare respiro e idee lunghe a progetti culturali definiti. Oggi siamo costretti a guardare e fruire di quanto il nostro territorio ci offre. Che non è poco e che piace.
Ma è anche il momento di smetterla di fasciarsi la testa, di continuare a dire che la nostra città sta accumulando ritardi. Continuare con l’analisi non risolve il problema. Bisognerebbe fare un passo in avanti. E ripartire da ciò che abbiamo cercando di guardare sempre meno a quanto l’amministrazione comunale non fa e sempre più a quanto ognuno di noi può fare, compresa la stessa amministrazione. Abbiamo alcune organizzazioni che da anni propongono eventi interessanti: Lector in fabula che ha potenzialità enormi di crescita, Novello sotto il castello che sta cercando di legare l’aspetto del territorio a quello dell’enogastronomia, la compagnia teatrale Marienbad che al momento sembra essere l’unica organizzazione capace di produrre testi teatrali e metterli in scena con una originalità fuori dal comune, l’associazione Ciclammino che sta proponendo la scoperta del territorio in bicicletta in eventi riproposti ma mai uguali a se stessi.
C’è materiale da cui ripartire e non è di poco conto. Manca il sistema ma lavorandoci con coraggio e lungimiranza il sistema lo si può creare. E non dobbiamo dimenticare che Conversano ha ciò che né Polignano né Castellana potrà mai avere: i suoi luoghi e la sua storia che da soli sono la nostra offerta culturale permanente.
La domanda che tutti si pongono è quella retorica: e alle sagre che fine facciamo fare? Facciamole pure, ci mancherebbe, e incentiviamole. Ma scegliamo luoghi idonei e diversifichiamole. E non demonizziamole perché anche quegli appuntamenti hanno il loro significato.
Ma la voglia di tornare a giocare un ruolo da protagonisti nell’offerta culturale della nostra regione non può farci allontanare dall’idea che siamo pur sempre Conversano e che la nostra città non può continuare a considerare le solite iniziative delle istituzione culturali come il massimo da poter offrire. C’è tanto di meglio da poter fare e c’è un sistema da creare: per esempio mettendosi insieme e costruire insieme agli operatori culturali, agli operatori turistici, all’amministrazione comunale un percorso che ci faccia partire da ciò che abbiamo e ci faccia arrivare a ciò che sogniamo.
Un’idea potrebbe essere quella di organizzare una riflessione collettiva, chiamiamoli pure Stati Generali della cultura o come meglio crediamo, dove invitare tutti e senza storcere il naso per le presenze che chiunque potrebbe ritenere non degne o peggio ancora sgradite. E in quell’occasione poniamo le basi per ripartire non per raggiungere il livello di Polignano e Castellana ma per proporre il nostro modello che ha bisogno solo di organizzazione. Perché la bellezza già ce l’ha e sono le nostre strade e le nostre piazze.
Non so quale ascolto potrà avere questo invito ma so bene che senza deporre le armi della polemica fine a se stessa, non saranno solo Polignano e Castellana a prendere il largo ma tanti altri paesi. E questo non sta bene oltre ad essere ingiusto per tutti noi.
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Noi di “PensarePdConversano” abbiamo letto l’analisi di Gianluigi Rotunno sullo stato della cultura nella nostra città e la consideriamo interessante e condivisibile, così come lo sono le sconsolate conclusioni, ampiamente motivate soprattutto se si confronta il fervore di iniziative che si coglie nei paesi vicini –benché spesso privi della tradizione culturale e della storia della nostra città- con l’assoluto e desolante silenzio che sta caratterizzando Conversano.
Ci dichiariamo d’accordo sin da subito con la proposta di convocare gli “Stati generali della cultura” per le ragioni che di seguito esponiamo sinteticamente e che sono meglio argomentate sul nostro blog http://www.pensarepdconversano.it
Pensare che sia ancora valida l’idea di riempire in qualche modo le serate estive attraverso la proposizione e riproposizione di sagre improvvisate, fantasiosamente denominate e completamente sganciate dal patrimonio delle tradizioni locali è stato ed è un grave errore che stanno pagando tutti i cittadini in termini di scarsa attrattività della nostra città.
È ora di invertire la tendenza e c’è tutto il tempo per programmare per bene e con ampio coinvolgimento le iniziative dell’anno prossimo.
Cominciamo, per esempio, con la destinazione dedicata della aree della città, periferie comprese, ad eventi secondo la loro rilevanza e la capacità di attrarre visitatori e turisti da fuori; si coinvolgano i cittadini, tutti i cittadini, nella intera programmazione culturale per assicurare il massimo consenso alle scelte che si dovranno prendere; si abbandoni l’abitudine di assegnare alle periferie la sola gestione delle feste parrocchiali che sono importanti, certo, ma non esauriscono il potenziale presente nel contesto urbano.
L’abbiamo sostenuto in tempi non sospetti e lo ribadiamo adesso.
E costruiamo una idea di cultura che caratterizzi la nostra città.
Qualche ideuzza ce l’abbiamo anche noi e siamo lieti di poterla condividere in occasione della auspicata convocazione degli “Stati generali”.
Allora ben vengano gli “Stati generali della cultura” magari richiesti dalla minoranza in Consiglio comunale. Saremmo lieti di parteciparvi.
PER PENSAREPDCONVERSANO
Alfredo Violante Rino Ranieri
quando Terra del Sud propose quello che sia Gianluigi che Pensare Conversano oggi propongono, fummo presi per pazzi. Organizzare, oggi, per Conversano, significa TRALASCIARE i soldi facili dei contributi. Una volta entrati in questa dimensione gli STATI GENERALI o gli “stati soldati” possono ripartire. Purtroppo, e tutti voi lo sapete, sia da una parte che dall’altra, non si è mai vista una manifestazione che non abbia chiesto SOLDI a qualcuno. O cambiamo, oppure ANDATE AL MARE!
chi interpreta oggi l’offerta culturale a Conversano? chi fa cultura? e dove? con quali contributi? con che risultati? io mi farei e mi faccio queste domande, c’è un mondo da mappare e portare per strada, forse smetteremmo di raccontarci la grande Conversano, come si fa dell’Italia, che sta nella tradizione e nei ricordi e cominceremmo a ragionare sul presente e sulla realtà
Confesso, non avevo letto prima di ieri il testo di Rotunno.
Condivido senza riserve la proposta degli Stati Generali della Cultura della Puglia per un seria riflessione sul tema.
Ometto le fin troppo ovvie ragioni. Io stesso l’avevo proposta nel 2011 a termine di ma anche con un mio editoriale su Il corriere del mezzogiorno; l’ho riproposta nel giugno dell’anno passato, in occasione del decennale della Fondazione Di Vagno.
A settembre prossimo, all’interno di Lector in fabula, dedicheremo mezza giornata al tema della Cultura anche in preparazione della Conferenza nazionale della Cultura di Torino (25-26 sett) organizzata ,dall’AICI alla quale la Fondazione Di Vagno prendera parte attiva.
Daremmo appuntamento dunque a chi vorrà discutere e riflettere a settembre.
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